La domenica 17 marzo, Settignano sarà il luogo dove per dodici ore si alterneranno persone, in rappresentanza di varie organizzazioni, istituzioni e associazioni, nel parlare a favore dell’accoglienza contro quelle derive xenofobe che compromettono la convivenza con le persone straniere e l’incontro delle varie culture di cui esse sono portatrici.
Sappiamo bene quanto sia facile pronunciare la parola “accoglienza” e allo stesso tempo quanto sia difficile metterla in pratica. L’accoglienza è duplice riguarda la persona accolta che si rimette nelle mani e nelle condizioni di chi accoglie e riguarda colui che offre la possibilità all’altro di essere accolto. Queste azioni invitano tutti a manifestare quanto, in modo molto semplice, le varie comunità e società hanno svolto o meno durante i secoli.
Come ci sono stati nella storia episodi raccapriccianti e violenti così ci sono pure esperienze talmente nobili, eroiche e generose che contribuiscono a rendere questa tematica essenziale e decisiva per la convivenza fra i popoli, per la costruzione di una unica famiglia umana. Il dibattito non è facile in quanto concorrono diverse problematicità dell’essere umano come quella della paura dell’altro, generata da giudizi e pregiudizi che tendono a chiudersi agli altri e a continuare ad insistere su atteggiamenti di difesa ad oltranza, rimarcando i confini di uno stato come i confini della propria casa.
La discussione coinvolge credenti e non, tutti sotto lo stesso cielo. Occorre riconoscere alla persona umana la sua dignità, la sua libertà, occorre si, la politica, ma occorre ancora umanità affinché si possa giungere ad una concreta integrazione. Ciò per superare il cosiddetto assistenzialismo o il solo parcheggio dei migranti nei centri di prima accoglienza che come sappiamo è solo temporanea.
Il Vangelo ci ricorda che, fedeli alla Verità, siamo invitati a vedere nel prossimo il volto di Cristo che vi si riflette, soprattutto nel povero, nel migrante, nel rifugiato. Si tratta di condizioni in cui cristianamente trasformiamo le cosiddette utopie umane in realtà concrete, che è la sfida di sempre.
Don Giuliano
Rispondi