I DOMENICA DI QUARESIMA

Nella prima domenica di quaresima incontriamo sempre il tema delle tentazioni di Gesù nel deserto. A differenza degli anni liturgici A e C, in questo anno il Vangelo proposto è quello di Marco che in quattro versetti racchiude tutto il significato di tale episodio. Marco non elenca le tentazioni come gli altri sinottici, ma parla di tentazioni in senso generico. Se ci domandiamo in cosa consiste la tentazione, ci risponde la prima lettura che ci parla del diluvio come conseguenza di quel peccato commesso dall’umanità che ricercava la propria indipendenza da Dio. La tentazione dunque invita le persone a seguire una logica del tutto orizzontale che però ha come epilogo la morte. Dio, chiedendo la collaborazione di Noè, propone una via d’uscita: l’alleanza. Tale patto non è scontato, occorre verificarlo continuamente attraverso riflessioni che coinvolgano la nostra esistenza nella sua interezza. Appena battezzato, lo Spirito spinge Gesù nel deserto dove l’avversario (Satana) lo mette alla prova. Il Signore mostra di non avere paura dei pericoli intorno a se; quindi anche noi con la vicinanza di Dio possiamo affrontare tutte le difficoltà esistenti nel mondo, magari c’è da lottare, ma conseguentemente avremo la pace dentro di noi. Ciò significa che quel luogo diventa luogo di comunione non solo con gli animali, ma con l’umanità e soprattutto co Dio. La collocazione di Gesù nel deserto insieme alle fiere ci ricorda la collocazione di Adamo nella condizione precedente il peccato, nel paradiso terrestre, quando vi era pace e armonia fra l’uomo e il creato. Il luogo dove Gesù viene tentato è il deserto abitato dal silenzio e dalla solitudine. Si tratta di una condizione non semplice in cui vivere (lo abbiamo provato durante il lockdown); il deserto ci costringe a fare i conti con noi stessi, ad abbassare quelle maschere che indossiamo e di cui spesso non possiamo fare a meno. Si tratta di uscire da quella ipocrisia che ci schiaccia, ci vince sul piano delle relazioni e che ci spinge ad apparire per ciò che non siamo. È faticoso vivere nel deserto in quanto è un territorio impervio e pericoloso; lo è sia da un punto di vista della propria vita fisica, sia per la nostra realtà interiore in quanto svela la verità. Certe verità possono non farci piacere perché mostrano qualcosa di noi che non vorremmo fosse rivelato; si tratta delle nostre debolezze, fragilità e desideri sbagliati soprattutto quello che afferma che possiamo vivere la nostra vita senza Dio. Viviamo in una società in cui il virtuale e l’artificiale, illudendoci, ci consentono relazioni sicure; spesso ci nascondiamo dietro un nickname o falso profilo per poter rimanere in rete e continuare a comunicare…ma non siamo veri. La quaresima si pone il traguardo di farci giungere alla Pasqua purificati dai propri pesi per ritrovare l’essenziale, per ritrovare il cuore di noi stessi per scoprire che abbiamo bisogno di Dio. Affrontare il deserto costituisce una esperienza rilevante prima dell’annuncio (seconda lettura); occorre una maturazione, comprese le tribolazioni, ma poi potremmo leggere la nostra vita secondo una nuova angolatura ed essere pronti a vivere la missione continuamente assistiti dallo Spirito.
Don Giuliano
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