IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il successo di Gesù a Nazareth, casa sua, durò poco, per il semplice fatto che Egli era il figlio del falegname, ritenuto una persona ordinaria; quelle parole annunciate con solennità: “oggi si è compiuta questa scrittura” non trovarono accoglienza nei cuori induriti di alcuni ascoltatori. Agli ascoltatori di Nazareth, per credere, occorrevano fatti e miracoli evidenti e non solo parole, anche se agganciate alla Parola di Dio. Si tratta di una tentazione. Anche nel momento della crocifissione al Signore venne chiesto di scendere dalla croce, una tentazione nella quale non cadde. Motivo che indusse il Signore ad affermare con dispiacere ai nazareni che nessun profeta è accettato in patria, ponendosi così in continuità con lo stesso rifiuto che aveva caratterizzato l’esperienza difficile dei profeti che lo avevano preceduto (vedi anche prima lettura). L’affermazione di Gesù fa riflettere su quelli che sono i rapporti individuali di prossimità fra le persone. Viviamo l’epoca dei social, molti rapporti risultano formali e le informazioni sulle persone sono tante e tali da non ammettere novità o sorprese data l’alta prevalenza di giudizi e pregiudizi che ne derivano. Preferiamo così incasellare le persone imprigionandole in ruoli ben definiti. La condizione è molto preclusiva e limitata, tanto da non attendersi niente da coloro di cui abbiamo la presunzione di conoscenza; in fondo cosa mi attendo da persone che vivono la routine delle loro giornate sempre allo stesso modo? Si tratta di una vera e propria chiusura alla straordinarietà, alla creatività, alla fantasia, alla rottura di schemi. Cresce in molti la concezione di modi di vivere standardizzati. Come all’epoca di Gesù di fronte alle sue parole manteniamo un atteggiamento scontato che impedisce di ascoltare e guardare la vita in profondità rimanendo infagottati nel piattume monotono di una esistenza alla quale ci arrendiamo senza mettere in gioco la nostra volontà e la nostra libertà. La Parola di Dio ribadisce quanto sia invece costruttivo il rapporto fra persone costruito sul bene, sulla generosità, la fiducia, la carità (vedi seconda lettura). Quando queste condizioni non sono presenti è meglio cambiare aria, ossia, rivolgersi a persone che sono libere da pregiudizi e manifestano disponibilità all’ascolto, al dialogo al confronto per crescere nell’amore e nella condivisone di ciò che si ha e si è, identificando in ogni persona l’opera di Dio. Questo è il miracolo davanti ai nostri occhi, ma purtroppo non sempre lo riconosciamo.
Don Giuliano
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