VI DOMENICA DI PASQUA

Il discorso di Gesù ai discepoli fa riferimento al cambio della guida della Chiesa: da Gesù allo Spirito Santo. Noi viviamo il tempo dello Spirito; siamo chiamati ad aprire uno spazio dentro di noi per farci abitare da Colui che ci insegna l’amore. Già l’Amore! Pensiamo di sapere tutto sull’amore e come amare, ma poi ci accorgiamo che il nostro amore è sterile ed egoista. Non abbiamo ascoltato attentamente queste parole “se uno mi ama…osserverà le mie parole e noi abiteremo in lui”. Il significato è bello: essere abitati dall’amore; solo così potremo dire di essere capaci di amare. Poi Gesù prosegue dicendo che siamo destinatari della sua pace, la pace vera, quella che costituisce la condizione di una vita rigenerata e tesa a realizzare la nuova civiltà, la nuova Gerusalemme (seconda lettura). Infine Gesù ci raggiunge con parole che sono la radice della nostra speranza: “vado e tornerò da voi”. Il Signore viene sempre da noi e in noi ogni volta che ci ritroviamo uniti intorno all’altare; il nostro non è un riunirci, ma un celebrare la comunione fra noi e con Dio. Pensiamo che l’obbedienza a Dio debba essere una risposta doverosa ai comandamenti, mentre essa è il modo semplice per mantenere la condizione di pace e il trasmettere e far proliferare l’amore di Dio. Il Signore pronuncia parole di saluto accompagnate da un invito a vivere la gioia per il successo della sua missione e anche per incoraggiarci a non perdersi mai d’animo. Questo dice la Parola tesa ad aiutarci ad accogliere Colui che nell’amarci ci tiene lontani da pensieri e calcoli che sfiduciano l’impegno e l’azione della Chiesa e di tanti cristiani che quotidianamente donano se stessi pur di testimoniare l’opera salvifica di Dio.
Don Giuliano
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