Commento al Vangelo di Don Giuliano : SANTISSIMA TRINITA’

SANTISSIMA TRINITÀ

Questa solennità che celebriamo noi cattolici e che si fonda su un dogma, verità assoluta, ci ricorda che Dio si comunica all’umanità come comunione. Non possiamo restare insensibili, la Chiesa non può rimanere estranea a questa comunicazione, anzi, all’interno e fuori di se è chiamata a fare la stessa operazione: vivere la comunione e comunicarla, opera questa iniziata con il battesimo nel quale Dio ha impresso in noi tale relazionalità. Pur essendo grande e irraggiungibile, la Santissima Trinità ha rivelato e rivela ancora la sua comunione fra le tre persone, compresa la loro distinzione, grazie all’azione dello Spirito Santo, il tramite di questa operazione di conoscenza. La Trinità si è rivelata attraverso i passaggi storici fondamentali attraverso la Parola di Dio, attraverso le opere collaborative dell’uomo come quelle svolte dai profeti, poi l’Incarnazione che ha attirato l’attenzione sugli atteggiamenti e i comportamenti del Figlio. La venuta dello Spirito in modo permanente continua a rivelarci la verità e ci aiuta ad accoglierla. Oggi l’invito di questa solennità consiste nell’ aiutarci ad essere consapevoli della responsabilità che abbiamo noi cristiani. Nella Trinità troviamo qualcosa che ci è stato impresso dai sacramenti, si tratta dell’immagine di Dio che lo Spirito ha sigillato in noi. Somigliare a Dio vuol dire fare propria la sua Parola, viverla, offrendo il proprio esempio, vivere la vita in compagnia della sapienza divina (prima lettura) che sostenendo la nostra esistenza ci aiuta ad affrontare la fatica e la fragilità umana senza paura (seconda lettura). La dinamicità dello Spirito ci sospinge ad elaborare non solo gli avvenimenti del passato, ma ci coinvolge nel presente pronunciando parole dette e non dette del Signore aiutandoci a portarne il peso. Ogni persona è capace di veicolare quella relazionalità che ognuno ha e può avere con Dio in modo tale da arricchire oggi le proprie relazioni. Si tratta di un dogma di fede, ma senza addentrarci in disquisizioni teologico/dogmatiche, riflettiamo maggiormente quando ci facciamo il segno di croce; in fondo significa accettare quotidianamente la missione di Dio.

Don Giuliano

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