XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Mi è sempre piaciuto, specialmente con i ragazzi, drammatizzare l’incontro fra Gesù e Zaccheo. Mi immagino quel giorno a Gerico….. Eccolo, eccolo! Chi? Gesù di Nazareth, è laggiù in mezzo alla folla, a malapena riesce a fare qualche passo da quanta gente c’è. Gesù di Nazareth? Lo voglio vedere anch’io. Ma cosa vuoi vedere “tappino”. Non riesco a vederlo, mi coprite tutti voi, ma lo voglio vedere, devo fare qualcosa, salgo su quell’albero a costo di essere preso per una scimmia, tanto ci sono abituato, me ne dicono di tutti i colori. Sono salito ed ora lo vedo, vedo Gesù di Nazareth, viene da questa parte così lo vedo ancora meglio; ma che fa? Mi guarda, guarda me. “Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Mi ha chiamato per nome, mi conosce? Vuole fermarsi a casa mia, Gesù di Nazareth, colui che chiamano il profeta, il messia…a casa mia. Certo che scendo, pistaaa fate largo, viene a casa mia. Fra il tragitto e la casa tanti pensieri, interrogativi, dubbi si consumavano in quella testolina: Ma forse si è sbagliato non mi conosce bene, io non sono uno stinco di santo e di cose brutte ne ho combinate. Mi sono approfittato della mia posizione di capo dei pubblicani nel riscuotere tasse anche da chi non aveva soldi, ho detto tante bugie e minacciato persone pur di pretendere più del dovuto, ho mandato persone in galera, ho sfruttato le situazioni più deboli come quelle delle vedove, ho rubato; ecco perché le persone mi odiano, non c’è nessuno che mi rivolga più la parola e soprattutto nessuno viene in casa mia, sono veramente solo, ma oggi no, sono felice, perché ho visto quest’uomo che è venuto a cercarmi e chiedere di entrare in casa mia. Che bella sensazione provare che qualcuno ti cerca, vuole farti compagnia e forse ti vuole bene, chissà…Darei tutto l’oro del mondo pur di stare così…si, si ora glielo dico: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
Caro Zaccheo, hai fatto proprio bene a ragionare così, (direbbe la voce fuori campo, che serve a creare l’ambientazione, la sceneggiatura) ti sei reso conto di avere sbagliato molte cose perché ti sei ritrovato ricco, ma da solo; ti sei ritrovato ad esercitare un potere, ma sempre avvolto dalla tristezza; avevi rinunciato ad amare e quindi anche a essere amato. Ora ascolta ciò che Gesù ti dice: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. Proprio così, mai definirsi perduti e senza possibilità di riscatto riguardo a ciò che Dio può fare. Ma dobbiamo prendere coscienza di diverse cose che in maniera sintetica vado a elencare e sottolineare. Innanzitutto cercare il Signore, cercare di vederlo in tante situazioni della vita; poi avvertire in noi che anche Lui ci cerca. Incontrarlo in casa nostra perché è anche da lì che Lui desidera passare. Rendersi conto dei propri peccati. Formulare buone intenzioni che possano rimediare anche gli sbagli del passato, verso le persone soprattutto. Essere aperti e generosi nel dare beni materiali e beni spirituali come il perdono. Infine portare nel proprio cuore la convinzione che Dio ci ama sempre e continuamente, producendo in noi una gioia che sia comunicata alle persone che frequentiamo. Ogni momento o attimo della nostra vita non è mai escluso dal passaggio del Signore, per vederlo occorre ingegnarsi e superare gli ostacoli che si frappongono alla nostra vista. Buon incontro.
Don Giuliano
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