XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Le immagini dichiarate nel Vangelo incutono timore, ma su tutte svetta la parola consolatrice e confortante del Signore. Ci stiamo avvicinando alla conclusione dell’anno liturgico e nel Cap. 21 di Luca si parla della fine. Prima di giungere alla fine del mondo ci saranno dei segni premonitori, che in realtà accompagnano tutti i momenti storici, riguardano il comparire di falsi profeti, guerre e persecuzioni. Di fronte a pericoli distruttivi o mortali, il credente non deve soccombere nella fede e nella speranza, altresì deve affrontare la realtà: l’assicurazione che il Signore pronuncia: “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” non va interpretato come esclusione da ogni tipo di problemi e difficoltà, ma come prova, assieme all’incoraggiamento a rimanere uniti e saldi nel Signore. Noi viviamo la nostra storia che fa parte di una storia più vasta che non ha raggiunto ancora il suo stato di pienezza. La sua conclusione maturerà come azione di Dio e apporto collaborativo dell’uomo. Per questo motivo il Signore ha creato la chiesa, affidandole la missione che prolunga la propria azione di evangelizzazione e salvezza. Dobbiamo, come chiesa, prendere sul serio questo compito che ha portata universale, confidando nell’operato di chi, come San Paolo (seconda lettura), non ha desistito di fronte alle ambiguità di questo mondo; di fronte all’ozio e all’egoismo, egli ha risposto con l’impegno e con l’esempio. Il comportamento dell’uomo risulta determinante per vivere la bellezza e la felicità della propria esistenza, costruendo una società in pace e armonia di rapporti. Occorre impegnarsi, occorre un “lavoro” fatto anche di sacrifici, ma al termine di ciò, capace di approdare ad una soddisfazione che gratifica tutti. L’affermazione “chi non vuole lavorare neppure mangi” è significativa al fine di sollecitare l’impegno di tutti nell’annunciare il Vangelo cercando di promuovere risposte positive alla fede dei singoli e della propria comunità. Per coloro che faranno prevalere la propria superbia, la profezia di Malachia (prima lettura) parla chiaro: non sorgerà il sole su di loro. Gesù intende comunicare ai suoi discepoli di non scoraggiarsi quando l’annuncio incontra difficoltà, avversità, persecuzioni, divisioni, odio, incomprensioni, perché comunque, sarà la loro perseveranza e la loro fedeltà a sostenerli. Occorre quindi operare una riflessione attenta che sia capace di non distrarsi da grandezze o bellezze effimere; una riflessione totale che oltrepassi gli inganni del mondo che passano anche attraverso la cattiva testimonianza di persone di chiesa, ed essere perseveranti e fiduciosi verso Dio che porterà avanti il suo progetto teso a raggiungere e salvare le sue creature.
Don Giuliano
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