IV DOMENICA DI AVVENTO

Il Vangelo secondo Matteo, rispetto agli altri, ci presenta Giuseppe alle prese con il grande dubbio e dilemma che riguardava la gravidanza di Maria; uomo giusto come egli era, si stava preparando a respingerla in segreto. L’intervento dell’angelo in sogno rivelerà anche a lui il progetto divino al quale Giuseppe aderirà senza esitazione. La figura di Giuseppe, seppur abbastanza in ombra nei vangeli, conferma l’importanza dell’obbedienza e soprattutto la responsabilità di mostrarsi padre non tanto nella carne, ma nell’educazione familiare del figlio. Il ruolo di Giuseppe non è solo di dare a Gesù una sicurezza anagrafica, ben conosciuta e citata in altri passi evangelici, ma proprio quella della formazione e della crescita. Ciò ci spinge a riflettere oggi sul grande compito della paternità, sull’importanza della formazione ed educazione dei figli; sicuramente questo ruolo, all’epoca dei fatti era considerato del padre (tale padre, tale figlio), attestante la garanzia e il proseguimento della discendenza. La dinamica delle relazioni di quella singolare famiglia ci comunica il ruolo della responsabilità, dell’unità e della laboriosità che era presente in tutti i componenti; condizioni che stentiamo a vedere nelle famiglie odierne sempre più alle prese con criticità talvolta insuperabili. Se pensiamo che nei vangeli Giuseppe non pronuncia una sola parola, meditiamo quanto quel silenzio sia stato costruttivo all’interno di quella famiglia, mentre oggi il silenzio è diventato un pericolo per le relazioni. Non fraintendiamoci: il silenzio che attraversa le vicende della nascita di Gesù equivale a quella grande capacità di riflessione che trova in Giuseppe un praticante del discernimento. Egli, ripudiando Maria in segreto, pensava di scongiurare uno scandalo al fine di proteggerla; questo significa che oltre ad essere uomo giusto, era un uomo che l’amava. La sua capacità di riflettere lo porta ad ascoltare nel sogno le parole dell’angelo. Quanto nelle nostre riflessioni e meditazioni, se le facciamo, incontriamo le parole grandi, quelle alte che ci richiamano al senso del dovere e delle responsabilità? Ogni volta che ascoltiamo nel cuore la Parola di Dio accade come per Giuseppe, ci viene rivelata quella volontà divina, che ci qualifica quali destinatari della grazia, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti (seconda lettura). Approfittiamo di tali sogni
Don Giuliano
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