Commento al Vangelo di Don Giuliano : Battesimo del Signore

BATTESIMO DEL SIGNORE

Nel Vangelo di Matteo assistiamo ad un salto temporale che occupa molti anni, dalla nascita di Gesù, alla fuga in Egitto per poi riapparire adulto nei pressi del fiume Giordano (il luogo di ingresso nella terra promessa, varcato da Giosuè) per ricevere il Battesimo, atto di umiltà e di obbedienza alla volontà del Padre. Assistiamo ad una vera e propria rivelazione trinitaria che ci ricorda le origini della creazione; in fondo qui Gesù si presenta come l’uomo nuovo, come il nuovo Adamo, ed è come una ri-creazione. Gesù in fila con i peccatori si mescola fra le nostre fragilità. Questo atteggiamento sarà motivo di critica da parte di molti, una condizione dalla quale il Signore non fuggirà dal momento che è venuto per sanare i malati e perdonare i peccatori; pure morirà in mezzo a due poco di buono. È il compito del servo (prima lettura) servire la giustizia di Dio ovvero portare la salvezza, la guarigione a coloro che erano sotto il potere del diavolo (seconda lettura); segno che Dio va oltre la giustizia umana. Lo stile di Gesù verso l’uomo è contraddistinto dalla sua spoliazione (Natale) e dal suo abbassarsi nei confronti dell’uomo (battesimo) fino a donarsi (la Passione). Come Gesù, anche noi riceviamo il dono dello Spirito nel Battesimo e nella Cresima, una forza e una grazia che ci aiutano a compiere il bene. Infatti accogliere lo Spirito di Dio nella nostra vita prolunga la sua azione di giustizia, di pace e rende visibile la sua gloria. Anche nel nostro battesimo la grazia ha toccato la terra, ha toccato noi affinché in Gesù ogni figlio di questo mondo impari a considerarsi figlio del Padre. Non perdiamo questa grazia. Le parole pronunciate dal Padre confortano e incoraggiano il figlio che si avvia a compiere la missione. Si tratta di affermazioni che dovremmo maggiormente udire e pronunciare anche nei confronti delle generazioni che incontriamo; affermazioni che significano dare fiducia, non sentirsi soli, sentirsi padri e figli, rafforzare i nostri affetti. Quando amiamo qualcuno non ci stanchiamo di starci insieme, è quando non amiamo che ci distacchiamo gli uni dagli altri chiudendoci in noi stessi, separandoci dal mondo. L’amore apre i cuori e i cieli dei cieli, cerchiamo di recuperare l’affetto nei confronti di Dio. Altrimenti rimarrà compromessa la sua visibilità; vivremo sì vicini fra noi ma che Dio vedremo? Vedremo un Dio imprigionato e non libero, un Dio soffocato e incapace di respirare, un seme seminato, ma avvolto nel cemento, un Dio che sembra dentro, ma non nel cuore. Così sarà impossibile amare, così il cielo si richiuderà…sia mai. 

Don Giuliano

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