II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La liturgia della parola nelle prime domeniche del tempo ordinario si sofferma sul passaggio fra l’antico e il nuovo testamento contraddistinto da Giovanni il Battista e Gesù. Il presentarli insieme costituisce una vera e propria cerniera fra le attese del popolo d’Israele e la realizzazione della promessa del Messia. Così infatti si esprime la prima lettura nella quale il passaggio del secondo canto del servo afferma la portata universale della salvezza ad opera di colui che sarà reso “luce delle nazioni”. La luce è il Cristo del quale Giovanni dà una efficace testimonianza avendo contemplato il discendere e il rimanere dello Spirito su di Lui. Ciò che Giovanni vede e rivela di quell’uomo è di conoscerlo adesso e presentarlo quale agnello e Figlio di Dio. Giovanni è sincero nel parlare di una precedente non conoscenza riguardo a Cristo, ma dopo quello che lui ha visto, lo ha conosciuto nella verità di ciò che gli era stato annunciato: “colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. La conoscenza della presenza di Cristo non avviene in Giovanni solo secondo i sensi, ma anche da un ascolto attento, intimo di ciò che Dio gli aveva detto; un ascolto che lo ha aiutato a sentire e vedere oltre il visibile. Un lavoro eccellente quello operato da Giovanni che tramite il battesimo nell’acqua ha saputo preparare la strada al Cristo; così egli vede la realizzazione della propria missione, il compito finito al quale era stato chiamato. Sottolineo questo aspetto affinchè possiamo renderci conto che siamo chiamati a realizzare tutti una missione simile, ereditata con il Battesimo, ossia: vedere la luce, vivere nella luce, annunciare la luce. Non si tratta di vedere una luce laser che termina sulla testa delle persone, ma di riscontrare riflessi di bontà e di amore nei volti, negli occhi, nel cuore e nei comportamenti degli altri, tradotti in pratiche di carità e di cura verso il prossimo. Solo chi ascolta e medita in profondità la Parola di Dio, è in grado di vedere la realtà illuminata dall’azione dello Spirito; si tratta di contemplare (come fece Giovanni) cose nuove e la presenza di Dio nella storia attuale. Che questo ci aiuti a crescere maggiormente nella conoscenza di Gesù, così potremo anche noi annunciare con parole e azioni il nostro amore per Dio che ci ha chiamati e santificati nel suo nome (seconda lettura).
Don Giuliano
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