I DOMENICA DI QUARESIMA

Nell’incarnarsi il Signore si è imbattuto nella fragilità dell’uomo, incapace di affrontare e vincere da solo la battaglia contro il male. Impariamo la lezione di Gesù su come affrontare il male, Egli lo affronta accompagnato dalla forza dell’amore di Dio, “pieno di Spirito Santo”, quindi non da solo. La tentazione del cibo (circostanza simile all’antico peccato), o di qualcosa che ci sazi fino ad appagarci è una tentazione elementare, fa leva su un qualcosa affinchè diventi nostro, costi quello che costi… è la tentazione che conduce all’egoismo. Si tratta di una tentazione simile a quella della Genesi che faceva leva su una proibizione che poi ne aumentava il desiderio. Noi ci illudiamo che le cose hanno grande valore e portino ad un appagamento, ma non è così, spesso ci portano alla schiavitù. Al di sopra di tutto vi è l’indispensabilità della Parola di Dio, quella che Gesù ci dona ogni giorno assieme al Pane di Vita. Gesù non ci chiede di trasformare le pietre ma di trasformare il nostro cuore per amare tutti. La seconda tentazione riguarda l’autoreferenzialità, il dare prova di superiorità alla ricerca di ammirazione e successo, ovvero, far prevalere il pensiero che una persona “conta” solo quando pratica comportamenti che esaltano la propria immagine. Questo implica imporsi sopra tutti, sostituendosi a Dio. Qui il Signore ci aiuta a rimettere i nostri piedi a terra ricordandoci di non tentare Dio perché Egli è Signore della nostra vita, insegnandoci ad affrontare la propria esistenza con semplicità ed umiltà; Dio è e sarà sempre con noi. Non dobbiamo quindi affermare la nostra onnipotenza, ma la sua e soprattutto riconoscere la sua grandezza che consiste nel vivere a fianco dell’umanità, soprattutto fragile e sofferente. Gesù si comporterà proprio così: riguardo a se, non darà spettacolo, ma userà anche i limiti del suo corpo per donarsi con amore. La tentazione più grande è quella che riguarda il possesso e il potere sulle cose e sulle persone; una tentazione tremenda che alla fine annulla tutte le capacità dell’uomo spinto ad inginocchiarsi di fronte a Satana, riconoscendolo destinatario di adorazione. Qui purtroppo ci si imbatte nella grande disgrazia dell’uomo che non si rende conto che accettando l’uno (Satana) si nega l’altro (Dio). Tale situazione rischia di diventare mortale qualora negando Dio si adori davvero Satana. Siamo sotto attacco e se riteniamo di farcela da soli sbagliamo di grosso. Non possiamo permetterci di prendere alla leggera tutto questo discorso; dobbiamo affrontarlo come ha fatto Gesù, affidandosi all’aiuto dello Spirito e alla Parola di Dio in modo da non “sentirsi” lontani dall’amore di Dio che sempre dobbiamo ringraziare: solo in Lui è la nostra salvezza.
Don Giuliano
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