Commento al Vangelo di Don Giuliano : IV DOMENICA DI QUARESIMA

IV DOMENICA DI QUARESIMA

Le letture di oggi ci parlano del modo differente di vedere da parte di Dio e dell’uomo. Lo sguardo di Dio raggiunge la profondità del cuore, mentre quello dell’uomo si ferma a ciò che appare, non legge aldilà del visibile. Soprattutto lo sguardo di Dio si sofferma su ciò che umanamente è debole o malato, circostanza che Gesù coglie per rivelare la gloria di Dio, ovvero il suo amore verso l’umanità. Nel brano di San Paolo, ogni persona toccata dall’azione dello Spirito viene rinnovata e illuminata affinchè possa produrre frutti di “bontà, giustizia e verità”. Non si tratta altro di ciò che avviene nel Battesimo: la nostra vita, raggiunta dall’azione dello Spirito, viene ri-creata affinchè possa riflettere la luce divina e illuminare ogni realtà, persona e circostanza, conferendo la forza della redenzione divina in vista della salvezza eterna. Questo processo or ora menzionato si presenta scalettato nel Vangelo, nell’episodio del miracolo del cieco nato presso la piscina di Siloe nel giorno di sabato. Gesù vede il cieco, ne scruta il cuore e senza esplicita richiesta compie gesti che richiamano la creazione dell’uomo e poi invita il cieco a lavarsi nell’acqua della piscina, guarendolo. Tutto questo Gesù lo compie mentre intorno a sé nasce il dibattito sulla condizione di quel cieco, se è dovuta al suo peccato o a quello dei propri genitori. Si tratta di questioni che ci raggiungono ogni volta che viviamo la malattia e la sofferenza, come se questa fosse legata automaticamente al peccato; cosa che Gesù esclude. Se questo era il tema della discussione fra i discepoli, quella fra i farisei riguardava la non osservanza del sabato, per cui quel miracolo non era da fare in quel giorno. Il loro comportamento rivela la stoltezza di chi avvinghiato a certe “regole” non percepisce la straordinarietà di un evento come il dare vista ad un cieco, come se il fare il bene verso il prossimo contraddicesse l’amore verso Dio. L’interrogativo di oggi verte sul vedere e non vedere: si può vedere con gli occhi, ma essere ciechi nel senso di non comprendere la realtà che ci circonda e non vedere i bisogni del nostro prossimo. Gesù invece è capace di vedere in tutti i sensi. Anche noi, in virtù dei doni ricevuti dallo Spirito, possiamo avere quello sguardo lungo e penetrante. Prosegue il cammino quaresimale-battesimale che ci aiuta a giungere alla nostra professione di fede nei confronti di Dio, come fa il cieco guarito. Chiediamo a Dio la guarigione della nostra vista interiore, apriamoci alla confidenza amorosa e grata nei suoi confronti per giungere ad una maggiore conoscenza di Lui ed essere così capaci di testimoniare a tutti la nostra fede.

Don Giuliano

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