Commento al Vangelo di Don Giuliano : DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Il tempo pasquale è tempo di fede da vivere e manifestare nella comunità per mezzo dell’ascolto, preghiera e condivisione. Gesù si presenta ai suoi discepoli mostrando l’amore per loro, scritto nella sua carne. Dal momento della sua resurrezione le sue piaghe sono da dolorose diventate segni della sua gloria. Gesù non umilia coloro che ancora non credono, come Tommaso, ma concede ulteriori possibilità affinché tutti possano proclamare la propria fede in lui. Giungere alla fede non deve rappresentare un cammino impossibile; occorre che ognuno sia onesto con se stesso: talvolta qualcuno, forse prevenuto, rinuncia ad affermare la propria fede, ma se guardasse bene alla propria esistenza potrebbero venir fuori svariate circostanze e motivi che lo porterebbero a credere senza esitazioni. Quella del gruppo rintanato nel cenacolo rappresenta la realtà della chiesa che è composta dagli assenti, da chi ha tradito, da chi si sente insicuro da chi è alla ricerca di risposte. Il cammino di fede è impegnativo per tutti, ma è credibile quando è accompagnato da segnali che consolano, che incoraggiano, soprattutto quando nella comunità si praticano atteggiamenti di condivisione e di carità e quindi di aiuto, come nel caso della prima comunità cristiana: sia aiuti materiali, sia spirituali (prima lettura). Non siamo da soli a costruire l’incontro e la comunione con Dio: lo Spirito Santo ci aiuta, Dio misteriosamente agisce anche laddove incontra porte chiuse. Egli oltrepassa le porte per parlare al cuore di ognuno, indurito da chissà quali prove o deformazioni causate da esperienze negative e dolorose. Non poniamo limiti all’amore di Dio. Egli ci riscatta dai fallimenti e dai nostri disorientamenti, ci riconduce al centro della questione: ci ama.  Comportiamoci come Gesù che utilizza la visibilità del proprio corpo; il corpo è strumento che rende visibile l’amore accompagnato da gesti comprensibili come la fraternità e la comunione che a loro volta diventano segni per accrescere la propria e l’altrui fede. Laddove ci sono dubbi è bene indagare; il dubbio non deve fermare la nostra ricerca, ma intensificarla. La professione di fede proclamata da Tommaso non è cosa da poco; si tratta di un vero riconoscimento di Gesù come Signore con una professione pubblica di fronte ai discepoli. Nella fiducia crediamo, senza aver visto direttamente il Signore, ma avendolo scorto tante volte in tanti segni nella nostra vita: è questa una grande gioia, è questa la nostra beatitudine. 

Don Giuliano

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