III DOMENICA DI PASQUA

Con grande capacità l’evangelista Luca ci descrive in modo dettagliato l’apparizione di Gesù a due discepoli che tornavano a casa loro dopo un giorno difficile (come lo era stato il venerdì santo), successivo al sabato, quando la circostanza della tomba vuota aveva alimentato dubbi e generato paura e delusione. Il racconto è segnato dalla pedagogia di Dio che coinvolge anche noi durante il cammino della nostra vita, specie ogni domenica. La Parola di Dio, grazie ad un ascolto attento, scalda il cuore, ci aiuta a comprendere che facciamo parte di una storia che ha la sua origine in Dio che per amore ha inviato il suo Figlio per donarlo a ciascuno di noi il quale non è stato abbandonato dal Padre, ma è stato risuscitato (prima lettura). Ciò che doveva succedere è successo, spiega Gesù a quei due discepoli “lenti di cuore”. Nonostante i discepoli siano stati raggiunti da notizie e testimonianze circa il fatto che Gesù fosse vivo, essi sono ancora sconvolti e nel pieno di una discussione dalla quale umanamente non riescono ad uscirne. Il desiderio di ascoltare quel forestiero che li stava interessando con il suo parlare fa sì che gli offrono la possibilità di sostare con loro e nel mentre lui benedice il pasto lo riconoscono: è il Signore! Il brano offre tanti spunti di riflessione e pone domande che riguardano soprattutto la nostra capacità o incapacità di leggere la vita alla luce della resurrezione. Che cosa significa la risurrezione del Signore? Quali sono i nostri impedimenti per giungere a vedere, a riconoscere Cristo pellegrino della nostra esistenza? Quali i nostri momenti che definiamo “incontri” con Cristo? Di quesiti ce ne sono per tutti e spesso si sommano invece di diminuire; forse ci mancano come singoli e come comunità quegli undici chilometri da fare insieme, per continuare a riflettere, per cercare di comprendere parole ancora incomprese, per offrire ad altri la nostra ospitalità, per condividere e annunciare. Non è sempre facile stare nella comunità, ma essa è, e rimane sempre luogo della fede; viverci o ritornarci manifesta quel comportamento che fa della comunione il suo segno distintivo. Il grande giorno della Pasqua, sembra terminare, ma se il sole volge al tramonto la luce di Cristo continua ad illuminare la strada dei nostri cuori: il viaggio non termina anzi inizia, sarà il camminare a renderci diversi, a renderci nuovi e a vivere da risorti.
Don Giuliano
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