Commento al Vangelo di Don Giuliano : V DOMENICA DI PASQUA

V DOMENICA DI PASQUA

Il tempo pasquale serve a prendere coscienza del fatto che il Signore risorto lasciò i suoi discepoli, non per abbandonarli, non per esporli a rischi e pericoli, ma per fondare in loro il riferimento vitale che Egli era. Gesù chiedeva fede alla sua piccola comunità, perché essa potesse agire sempre riferendosi a Lui, compiendo opere spirituali e materiali nel suo nome, certi che il Signore avrebbe preparato un posto per ciascuno di loro. Oggi come allora, non dobbiamo avere paura dell’apparente assenza di Gesù riguardo al presente o al futuro: in ogni caso Gesù sarà sempre vicino a noi. A noi come suoi discepoli è chiesto di aderire a Lui, sapendo che Egli è via, verità e vita e non altri. Accogliere Gesù significa accogliere quella precisa identità; la via è solo Lui. Si tratta di praticare la sua persona come pure affermato domenica scorsa quando abbiamo ascoltato da Lui essere “la porta delle pecore”, occorre passare attraverso di Lui. Gesù ci dice di essere la strada il percorso che passa anche da sofferenze e crisi, ma che poi approda all’amore e al dono di sé. Spesso percorriamo questa strada senza accorgercene: è la strada dei nostri incontri, degli affetti, degli aiuti e dello stare vicini. Gesù è la verità; si tratta della verità vera, dell’amore autentico, che non ti inganna. È la verità dell’amore di chi ti ama, di chi dona il proprio cuore a te, e tu sei in grado di riconoscerlo. Egli è la vita. È bellissima questa parola, è una parola che tocchiamo con mano; ci piace soprattutto quando le esperienze ci fanno passare dalla valle dei dispiaceri, della solitudine e della morte e ci sembra di non intravedere alcuna via di uscita. Gesù è la vita sempre, non solo quella dell’eternità, ma anche questa attuale che ognuno respira. Raggiunti da queste parole che fanno parte del discorso di addio di Gesù stringiamoci fra noi, e a Lui “pietra viva” (seconda lettura) per non perdere l’identità di popolo, di chiesa, di comunità e viviamo attivamente nel compiere opere che Gesù definisce più grandi di quelle che gli stessi discepoli hanno visto, anche se non si tratta solo di vedere, ma di constatare con il cuore la loro provenienza divina. Non si può arrivare al Padre se non si passa attraverso Gesù: è Gesù che ha reso e rende visibile l’invisibilità di Dio.

Don Giuliano

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