IL PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA

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Di ritorno dalla Terrasanta riportiamo alla comunità dei flashes che ne dimostrano una esperienza ricca e pro-fonda che non va taciuta, ma anzi, va condivi-sa.
Ripercorrere i passi di Gesù: essere sotto lo stesso cielo, respirare la stessa aria, attraversare gli stessi luoghi è stata una grande emozione . Molti brani del Vangelo sono diventati cosi più vivi come al lago di Tiberiade, dove ci si aspetta quasi di vederlo arrivare e di vederlo parlare con Pietro e poi salire e partire con lui sulla barca per l’altra sponda e rendere visibili lo svolgimento di alcuni episodi che il Vangelo narra.
Francesca B.
Verso la fine dello scorso anno don Giuliano ci accennò che era sua intenzione fare un pellegrinaggio in Terra Santa. Con Giovanna pensammo che era proprio quello che desideravamo fare per i nostri cinquanta anni di matrimonio. Siamo partiti quindi con entusiasmo pur sapendo che per noi sarebbe stato alquanto faticoso. Pur essendo stati in quei luoghi altre due volte una nel ‘94 e l’altra nel 2009 quei ricordi avevano lasciato in noi la nostalgia ed il proposito di tornarci.
Nel corso del pellegrinaggio abbiamo visitato e “toccato” i luoghi in cui è vissuto Gesù e se nel succedersi delle visite non abbiamo potuto fare silenzio dentro di noi per renderci ben conto della grandezza di ciò che vedeva-mo e degli avvenimenti accaduti allora, ora che abbiamo ripreso la consueta vita, il pensiero va a quella terra bellissima e a Lui. Siamo felici di aver avuto l’opportunità di realizzare questo nostro desiderio.
Vincenzo C. e Giovanna

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Da anni desideravo compiere un pellegrinaggio nei luoghi dove avevano vissuto Gesù, Maria, Giuseppe, gli amici di Gesù, ma anche Erode, Pilato, i romani e gli ebrei di 2000 anni fa; ripercorrere quelle strade e proiettarmi nei racconti del Vangelo. Confesso però che avevo anche un po’ di timore prima di partire: di venire investita dalla modernità e dal caos delle città e dei costumi attuali, di sentire tensioni politiche, di rimanere imbavagliata dal turismo religioso, di trovare paesaggi e luoghi sacri diversi di come la mia fantasia di bambina li aveva sempre immaginati, ascoltando la paro-la, o diversi da quelli “visti” e amati attraverso gli occhi dei pittori italiani del Rinascimento. Dubbi, perché la mia mente poteva voler riscontrare come un archeologo ogni fatto narrato sui luoghi visitati…
Non è stato così, nonostante le tante contraddizioni di un paese martoriato da drammi del passato e del presente, è una Terra meravigliosa, unica, che cresce ma è sempre abbondante di profonda spirituali-tà: dalle colline (Monte Tabor), al deserto, al mare.. origine dell’umanità. Il pellegrinaggio è stato sin dalla prima tappa, nella piccola Nazareth, con una visita serale e una preghiera nella grotta dell’Annunciazione nella basilica inferiore, un’immersione totale nella Parola del Vangelo: come se tutto, ad un tratto, significasse davvero nel suo messaggio rivoluzionario di apertura, accettazione, sacrificio amoroso, speranza. Da Nazareth, all’immensa e caleidoscopica Gerusalemme, passando da Betlemme in territorio Palestinese, dal Giordano, veleggiando sul lago di Tiberiade, attraversando il deserto assolato per salire alla fortezza di Masada, galleggiando nel mar morto, pregando nel monastero silenzioso di San Giorgio, dove siamo giunti con la funivia, ogni tappa era una riscoperta di me stessa, e una risposta alle mie domande , un attingere alla sorgente prorompente della fede.
Un gruppo di 36 persone che non si conoscevano tutte bene provenienti principalmente da tre parrocchie: Settignano, Vicchio e Barberino Val di Pesa; siamo stati una famiglia per otto giorni, compatti e vicini: ognuno con il suo bagaglio e la sua storia che ha subito condiviso con i compagni di viaggio, a tavola o in pullman; testimoni che assistono e testimoni che danno testimonianza, incontri indelebili e propositi di collaborazione. I nostri pastori, Don Stefano, la nostra guida, ricca di vita vera, e di storia antica, Don Giuliano, padre premuroso sempre attento, Don Marcial, Don Soave e don Gabriele nuovi amici, ci hanno aiutato a leggere i grandi messaggi di Gesù e dei suoi discepoli: sulle sponde del mare di Galilea, mossi dal vento e dallo spirito divino, nelle pietre-reliquie della Storia e nelle preghiere comunitarie e individuali, incontro commovente con le pietre vive che Dio ci mette accanto ogni giorno.
Francesca B.B.
Quando si cammina, per la prima volta, nelle strade di Gerusalemme e si visita la basilica della Resurrezione, si rischia di essere sopraffatti dalla folla e dalla confusione, disorientati dal fiume di gente e dalle immagini che abbiamo impresse nella nostra memoria dei quadri e dei film che ci hanno raccontato questi luoghi e che non ce li fanno riconoscere come quelli che abbiamo visitato tante volte con l’immaginazione.
Però quando siamo riusciti ad entrare nell’edicola che lo protegge, in quei pochissimi attimi che ci vengono concessi, abbiamo dimenticato tutto ciò che fuori ci aveva bloccato, e sentito che quello è veramente il luogo del Sepolcro, che così pochi metri dista dal luogo della crocifissione.
Allora meglio andare a Nazareth dove, alla sera, finito il transito delle masse di turisti, si può stare in silenzio, nella basilica dell’Annunciazione di fronte alla casa di Maria. Sì perché quella, l’ho capito il secondo giorno di permanenza, è veramente la casa o meglio la grotta di Maria, co-me testimoniano gli studi archeologici. Per avere l’immagine più vicina alla realtà pensate ai sassi di Matera, una stanza grande, scavata nella
roccia, per dormire ed una più piccola per gli animali domestici.
A questo dovete pensare per capire dov’è nato Gesù, quando a Betlemme Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perché per loro non c’era posto all’albergo. (Luca 2,7)”, non si tratta di albergo, ma per un errore di traduzione di “stanza” , la stanza dove dormivano i membri di una famiglia di una casa comune scavata nella roccia.

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Maria ha veramente partorito nel luogo dove si tenevano gli animali di casa, il più povero ed umile che possiate immaginare.
Marco M. e Mina
Siamo tornati da pochi giorni dal nostro viaggio in Terrasanta e Don Giuliano mi chiede di scrivere qualche riga sulla mia esperienza, qualche riga di testimonianza. Non è facile. Provo a ripercorrere le sensazioni e i pensieri che mi hanno accompagnata.

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Inizialmente quasi sgomento per questa terra arida e povera in cui era così difficile individuare e sentire autentici i luoghi che hanno dato inizio alla nostra storia di credenti, attualmente quasi sempre “nascosti” da una serie di Basiliche o Mausolei successivi: Nazareth con la grotta dell’Annunciazione, la grotta del SI’ di Maria, la casa di Giuseppe, il Monte Tabor col Santuario della Trasfigurazione, Cana.
E poi, giorno dopo giorno seguire il percorso di Gesù con i suoi apostoli, camminando sulle loro stesse strade, rivivendo nel racconto e dentro di noi il miracolo della moltiplicazione dei pani, il primato di Pietro, la tempesta sul lago di Tiberiade, il discorso della montagna sul monte delle beatitudini. Poi Betlemme, con la Basilica della Natività, immersa in una folla di pellegrini così numerosa da renderci impossibile toccare con le nostre mani il luogo della Nascita.
Infine Gerusalemme, con la città vecchia cinta da mura, città cosmopolita, città Santa per cristiani, ebrei, musulmani. Qui il percorso raggiunge il suo culmine, percorriamo le strade di una città in cui si è compiuto il viaggio terreno di Gesù e dove si è mostrato in tutta la sua gloria, la visita alla spianata del tempio, la salita al monte degli Olivi, il Cenacolo, fino alla Basilica della resurrezione. E tutto questo immersi in una luce parti-colare, amplificata dalla pietra bianca con cui è costruita la città, una luce
quasi di un altro mondo. E allora al ritorno, la speranza è quella di portare con sé una piccola parte di quella luce, una piccola fiamma della luce di Cristo.
E con Francesca, mia fedele compagna di viaggio, posso allora dire, anche se sottovo-ce: io mi porto Luoghi Santi nel cuore.
Chiara C.

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Il viaggio è tante cose insieme, è dare un volto a storie e personaggi
di cui si è sentito parlare fin da piccoli, un bagaglio di ricordi ed emozioni
che è intimamente parte di noi dove sacro e profano si intrecciano e si confondono.
Un caro saluto da Franco e Maria
Il Pellegrinaggio in Terra Santa fatto con la Parrocchia di Settignano, don Giuliano, gli altri parroci, il piacevole gruppo che ne faceva parte insieme a mia figlia Camilla è stato per me e per lei il nostro primo viaggio in luo-ghi così particolari e diversi.
Nessun altro viaggio del mio tanto viaggiare ha lasciato dentro di me tante sensazioni, riflessioni, emozioni. Sono piena di tanto che aumenta col passare del tempo; non so cosa sia, ma è tanto.
P.S. Personalmente sono stata miracolata: dato che la media giornaliera era di 14.500 passi, 9 Km, gradini pari a 20 piani, per quanto mi riguarda si può parlare solo di miracolo!!
Maria Antonietta C.

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