
XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO.
Dio invita ad ascoltare la sua Parola per soddisfare la propria fame e sete (prima lettura). L’uomo non sempre è capace di individuare ciò che può riempire la propria vita e lo rende felice. La maggior parte degli appetiti umani non saziano. Solo Dio può farci raggiungere il senso di sazietà, da soli non ne siamo capaci. Il Vangelo di Matteo (cap. 14) pone alla nostra riflessione il miracolo dei pani e dei pesci. Gesù vede nella folla che lo segue, la ricerca del senso e dell’orientamento della propria vita; la vede incerta, la vede bisognosa tanto da provare compassione per tutta quella gente. Nel suo cuore sa che chi può accontentarli e appagarli è proprio Lui, ma loro non lo sanno, come spesso non lo sappiamo o meglio non lo ammettiamo anche noi. I sentimenti del dolore e della sofferenza non sono sconosciuti al Signore, Egli interviene e guarisce, ma coglie l’occasione per incidere nel cuore dei suoi discepoli la portata dei suoi sentimenti. Si è fatto tardi. Da qui il desiderio di non mandare a casa nessuno con la fame. Scelta non semplice; anche i discepoli non sanno che fare: i calcoli dicono che non si può fare niente. Ma Gesù non calcola come loro usa una aritmetica diversa, quella del cuore, si mette in gioco e chiede a tutti i discepoli di fare altrettanto. Anche se abbiamo poco, l’importante è metterlo in gioco, non tenerlo esclusivamente per noi: con il cibo a disposizione, cinque pani e due pesci, si possono saziare una ventina di persone oppure…un numero fra le cinque e le diecimila. Il miracolo riguarda la condivisione. Anche ciascuno di noi ha qualcosa da mettere in gioco, da dare al Signore affinché lo trasformi, lo renda nutrimento che sazia; agire assieme al Signore non ci priva di niente, anzi avanza pure e soprattutto ci coinvolge nel compiere le opere di Dio. Gesù ci aiuta a rendere visibile il bene per l’altro attraverso una gestualità semplice, ma efficace; è il gesto del dare che moltiplica ora il pane e poi il bene per tutti e per ciascuno. Così come abbiamo ricevuto, aiutiamoci nel dare e non mancherà nulla a nessuno anzi, avanzerà per ancora dare. Dalla riva del lago di Tiberiade passiamo alle nostre Chiese dove il celebrare l’Eucarestia ci pone tutti sullo stesso piano: quello dell’altare. Sull’altare si incontra la nostra povertà e la ricchezza del Signore, sull’altare ci incontriamo e ci riconosciamo fratelli e sorelle gli uni gli altri, sull’altare il Signore rinnova quel miracolo che consiste nel farci tornare alle nostre case appagati dall’incontro con Lui, saziati da e di Lui. Infine, il Signore fa sì che avanzi quel cibo, come un monito per proseguire il miracolo, per consentire ad altri, a coloro che non erano presenti di ascoltare la Parola, di provare la fame dell’Assoluto, di rimettersi in cammino verso l’Amore.
Don Giuliano
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