Commento al Vangelo di Don Giuliano : XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

I brani di oggi ci aiutano a comprendere che le redini della salvezza pur passando anche dalle mani dell’uomo non sono in nostro possesso o seguono la nostra volontà, ma sono guidate dallo Spirito che effonde liberamente i suoi doni e la sua efficacia oltre i presunti nostri pensieri e confini. A coloro che operano il bene pur non essendo “dei nostri” non va impedito di fare il bene, come dice Gesù: “non glielo impedite” la forza dello Spirito non ha bisogno del nostro nulla osta. L’invito è quello di aprire gli occhi del cuore nel riconoscere la presenza dello Spirito in coloro che operano il bene (vedi anche la prima lettura). Il bene, ogni bene è frutto dello Spirito. Gesù incontra problemi in coloro che pur comportandosi secondo uno spirito buono finiscono per diventare presuntuosi: ciò è molto pericoloso. L’azione dello Spirito fugge da qualsiasi logica di controllo umano e se lo Spirito non ha confini significa che la nostra appartenenza al Signore e alla chiesa non deve chiuderci nel nostro fortino, nel nostro recinto. Quante divisioni ancora esistono fra le chiese, nella chiesa, nella società. Ci richiamiamo spesso alla comunione, ma non facciamo comunione forse perché non ci fidiamo l’uno dell’altro, non riteniamo affidabili coloro che non appartengono alla nostra cerchia. Mentre la Parola oggi ci dice di stare attenti nell’escludere coloro che giudichiamo fuori; anche quello è il posto che lo Spirito abita. Gesù non esclude che vi siano situazioni e persone contro, anzi dichiara apertamente la loro presenza; in realtà lui stesso avrà contro le autorità d’Israele assieme all’atteggiamento indifferente di molti che lo avevano seguito. Viviamo una crisi di appartenenza, ci sono tensioni dentro e fuori la chiesa, ma è colpa di altri o nostra? Quanti scandali nella chiesa, nel clero e nei laici? Troppi. Per questo motivo aldilà delle parole forti del Vangelo non dobbiamo far finta di non sentire…. Ciò che scandalizza è la povertà che cresce fuori e dentro di noi. Le amputazioni che il Signore richiede sono chiaramente simboliche ma evocano una azione, una presa di posizione contro il male che si annida dentro di noi. Occorre purificare la nostra anima e lo potremo fare se davvero ci mettiamo ad annunciare la Parola del Signore; tutti coloro che credono in Lui hanno questo compito non solo da compiere attraverso le parole, ma accompagnate da chiari ed evidenti segni che rimandano al Signore.

Don Giuliano

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