PENTECOSTE

La preghiera di Gesù contenuta nei capitoli centrali del Vangelo di Giovanni richiedeva l’unità dei suoi discepoli, condizione indispensabile per poter ricevere lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo non viene per fulminare qualcuno, ma per abitare il nostro cuore; non viene con la forza, ma viene dopo averne reclamata la sua presenza. Abbiamo fatto caso a cosa chiedono le preghiere allo Spirito Santo? Che venga in noi. Nella maggior parte tali preghiere chiedono allo Spirito di scendere su di noi. Ma dato che molte preghiere aggiungono che si compiano in noi quelle trasformazioni atte a realizzare la pace, la concordia e ogni tipo di bene, siamo sicuri che emergano da parte nostra tanta tali richieste? Accade che vogliamo sì cambiare le cose, ma a modo nostro, dove va a finire allora tutta la nostra accoglienza nei confronti di Dio? Lo Spirito è a servizio della salvezza, compresa la nostra, richiede a tutti di operare bene la propria parte, è bandito ogni specie di egoismo. Il Vangelo oggi è chiaro, o amiamo il Signore oppure no, non possiamo amarlo un pochino. Ciò ci permette di fare della nostra vita un cammino di fede, dove quest’ultima illumina e dà senso a tutto quello che facciamo in ordine anche alla nostra collocazione nella società. Infatti non dimentichiamoci della ricaduta nella vita reale della nostra fede: tendere a “rinnovare la terra” come preghiamo oggi nel salmo responsoriale. Se i cambiamenti che vediamo sono deludenti o sono insufficienti significa che non abbiamo fatto posto allo Spirito, significa che siamo soli e così non andiamo da nessuna parte, ci chiudiamo le porte in faccia. Se desideriamo aver una prova della nostra situazione o del nostro cammino di fede basta confrontarsi con le parole di San Paolo che troviamo nella seconda lettura. Riusciamo se non a gridare, almeno a sussurrare, rivolti a Dio la parola “Padre” tanto da non sentirsi orfani, ma figli di Dio e suoi eredi, partecipi delle difficoltà, ma anche della sua gloria? L’azione dello Spirito propaga nel mondo l’energia pasquale e consolida così in noi i suoi doni affinchè l’opera iniziata dal Signore duemila anni fa possa continuare efficacemente nella nostra vita. Questa sia la nostra convinzione.
Don Giuliano
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