Commento al Vangelo di Don Giuliano : XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Indubbiamente il tema di questa domenica si concentra sulla chiamata, sulla sequela. Dopo la trasfigurazione inizia per Gesù il viaggio verso Gerusalemme, il viaggio dove Egli completerà la sua missione. Durante il viaggio Gesù chiama persone a seguirlo, ma alcune di queste rispondono rimandando la propria sequela. I motivi che frenano i chiamati sono vari, si va da coloro che si infiammano di desiderio pur di seguire Gesù senza sapere in realtà di cosa si tratta a coloro che hanno da compiere dei doveri pur legittimi, ma che compromettono la libertà e la dinamicità della propria missione. Potremmo anche chiederci, ma questa priorità data al Signore che passa sopra alle relazioni familiari è davvero corretta, non è forse troppo esigente e anche quasi irrispettosa verso i propri cari? In fondo nella prima lettura il profeta Elia unse Eliseo quale profeta suo successore e gli permise di salutare i suoi cari prima di partire da casa. Nelle risposte di Gesù ai tre chiamati si avverte la serietà e l’importanza del seguire il maestro; le risposte infatti, sono molto dure. Gesù mira dritto verso Gerusalemme per donare la sua vita e non ha tempo da perdere, va subito al sodo. Spesso giudichiamo Dio troppo esigente, non tenendo conto di ciò che Lui ha provato e fatto per noi. Non riusciamo a comprendere la forte radicalità del Vangelo perché lo consideriamo alla pari di altri messaggi e comunicazioni. Se guardiamo ai tre dialoghi di Gesù con i chiamati, nel primo ci dice che non possiamo contare sul fare affidamento sulle nostre proprie forze, abbiamo da tenere conto delle nostre incapacità e quindi si apre l’invito a riconoscere che siamo deboli e sempre bisognosi dell’aiuto di Dio. Nel secondo, non dobbiamo sempre giudicare i legami familiari, pur essendo importanti, superiori a tutto; molto si apprende dalle famiglie, ma se le famiglie sono già distanti da quelli che sono gli aspetti religiosi? Più o meno significa continuare a seppellire i propri morti, continuare ad essere morti. Infine nel terzo, c’è un richiamo ad una libertà che non spezzi i legami familiari, ma li inquadri nella loro corretta dimensione di fronte a Dio.

Don Giuliano

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