Commento al Vangelo di Don Giuliano – Assunzione della B.V. Maria

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA.

Maria attraverso la propria disponibilità nell’accogliere la Parola ha favorito per mezzo dello Spirito Santo l’incarnazione del Figlio. Ha messo al centro della sua vita Dio come gli israeliti misero al centro della tenda l’arca dell’alleanza. Un ascolto profondo quello di Maria, poche le interlocuzioni riportate dai vangeli con il Figlio, ma profondamente unita a Lui dal concepimento fino alla morte e in seguito, dopo la Pentecoste. L’episodio della prima lettura, della Messa vespertina, ci dice l’origine del titolo dato a Maria, Arca dell’Alleanza, considerata trait d’union fra la vecchia e nuova umanità. Nel disegno concepito da Dio, Maria è la donna nuova, impreziosita dall’azione dello Spirito, capace di accompagnare la missione del Figlio che ha preso posto dentro di lei prima di venire alla luce. Inoltre Maria dal Figlio in croce ha ricevuto in eredità tutta l’umanità; ha continuato la sua missione dopo la Pentecoste ed è sempre stata contemplata come “dormiente” nel suo passaggio al Regno dei cieli nel far percepire il sapore di quell’immortalità che conquista ogni persona che si pone in ascolto della Parola e accoglie la Grazia di Dio. Nel guardare al Signore è comprensibile la beatitudine, espressa da una donna anonima, rivolta alla madre, a colei che lo ha portato in grembo e lo ha allattato, sembianze del Figlio riconosciute a Maria. Maria è madre di Cristo che è la primizia della resurrezione come lei è primizia della Chiesa. Contemplare Maria significa contemplare la maternità e la bellezza della vita ad essa intimamente legata, come nell’episodio del Vangelo della Messa del giorno, dove la cugina Elisabetta pronuncia verso di lei la sua benedizione. Non dovremmo sottrarci dal portare a tutti la bellezza della nostra fede in Dio, alzandoci e andando in fretta come Maria verso gli altri. Elisabetta vede e sente in Maria la presenza dell’Altissimo e la riconosce accompagnatrice singolare del disegno di salvezza. Queste le indicazioni di questo grande giorno: mettere Dio al centro della nostra vita e insieme a Maria sentirsi portati e portatori di luce.

Si tratta di una solennità che effonde luce sulla nostra umanità, bisognosa di segni concreti che dissipino le tenebre del mondo. Maria è presentata nell’Apocalisse come la donna vestita di sole, che non è altro che la bellezza di Dio. È Dio che ha preparato Maria, che ha fecondato la sua vita e che l’ha sottratta dalla corruttibilità della morte e l’ha resa partecipe accanto a sé della sua Gloria. L’essere assunta in cielo (ultimo dogma di fede, 1950) è sempre stata nella storia una convinzione di tutto il popolo di Dio. Maria è l’immagine del nostro presente e futuro: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse diventare Dio” scriveva Sant’Ireneo di Lione nella metà del II secolo. Che questa solennità, spesso poco partecipata per la distrazione estiva, possa riportare al centro delle nostre riflessioni l’importanza della nostra identità, del modo di trasmettere e contribuire a realizzare il progetto di salvezza di Dio.

Don Giuliano

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