Commento al Vangelo di Don Giuliano – XX Domenica Tempo Ordinario

XX DOMENICA TEMPO ORDINARIO

L’incontro fra Gesù e una donna pagana parla di briciole di pane offerte a tutti. Anche la nostra vita è spesso fatta di briciole, eppure a noi, ogni domenica, ci viene offerto il pane intero e capita di non accorgercene; rischiamo di terminare quell’incontro settimanale senza cibarci affatto, perché la nostra partecipazione non è del tutto convinta. Forse dovremmo andare a ripetizione da quella donna non credente in Dio, ma fiduciosa dell’aiuto di Gesù cosi da diventare paladina delle richieste d’aiuto a Dio che pur non conosceva. Nella sua povertà, la donna cananea cerca un piccolo gesto da parte di Gesù, un breve momento di attenzione al suo caso e si impegna con tutta se stessa per ottenerlo; in questo modo fa’ sì che Gesù manifesti la propria apertura e misericordia verso tutti, compresi quelli che praticano altre religioni. La donna espone il caso della figlia tormentata da un demonio, un riconoscimento non facile letto ai nostri giorni, oggi più di allora si evidenzia una umanità molto smarrita a riguardo. Ciò capita a tutti coloro che non guardano alla distinzione fra bene e male che non credono che il bene faccia del bene e il male faccia del male. Un atteggiamento che manifesta una certa sufficienza circa le proprie capacità, le proprie idee o le proprie risorse economiche, un vero e proprio atteggiamento autoreferenziale. L’approccio della donna e accompagnato da umiltà e rispetto per colui che lei chiama “Signore”. Gesù nella richiesta della donna vi coglie il profondo desiderio d’amore che ogni madre ha per i propri figli e su quella richiesta, su quella condizione esaudisce la povera madre. Talvolta noi cristiani ci comportiamo come se, avendo ricevuto il battesimo, ci sentissimo nel diritto di ottenere ciò che desideriamo anche senza chiedere. Qui la cananea, una fuori dal gruppo, dalla cerchia, una pagana, è stata capace di oltrepassare i limiti imposti da una legge che esclude e condanna, all’essere accolta dal Signore che non guarda altro che al bene che c’è dentro le persone, anche in quelle più distanti, che mostrano amore sincero per i propri cari. Da un incidente di percorso forse per entrambi: per la cananea dovuto al fatto della richiesta di un miracolo a Gesù come ad un santone e che fa di tutto per ottenerlo, a Gesù che parte con una quasi discriminazione nei suoi confronti, vi è l’approdo ad un incontro pieno di umanità e di fede. È l’incontrarci che ci può aiutare a realizzare miracoli di guarigione nei confronti dei nostri egoismi e dei nostri distanziamenti più o meno forzati. Occorre imparare dall’insistenza umile della cananea; il suo grido bussa al cuore di Gesù che le apre e l’accoglie, e a quel punto senza altro dire riconoscerle una grande fede che imbarazza perfino i discepoli. Forse anche per noi, distratti come sempre c’è bisogno di ripartire dalle briciole per giungere a quella mensa con più attenzione, più rispetto e più riconoscenza. C’è tanta umanità che ancora oggi, credendoci, chiede briciole; rispondiamo con piccoli gesti, piccoli segni, briciole d’amore, di misericordia e di grazia….funzionerà.

Don Giuliano

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