EPIFANIA DEL SIGNORE

La conclusione della prima lettura: “uno stuolo di cammelli di invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore” e anche l’annuncio del giorno della Pasqua, conferiscono a questa solennità il significato universale della salvezza per tutti i popoli della terra. Di fronte alla nascita di Gesù ci sono persone che reagiscono diversamente: alcuni con indifferenza, altri come i Magi ci ricordano l’importanza della ricerca e del cammino, della riconoscenza e della generosità. La loro ricerca inizia attraverso la scienza, ma poi si affidano all’ascolto della Parola per poi trovare colui che riconoscono loro Salvatore. Piace vedere oggi questi personaggi esposti nel presepe, un “fermo immagine” che ci attira, ci incuriosisce. Qui dobbiamo però abbandonare la fantasia e anche gli aspetti favolistici che ci portano fuori tema e leggere in Matteo i tratti salienti. Matteo è l’unico tra gli evangelisti che ci consegna questo inciso riguardo all’arrivo dei Magi, il loro passaggio a Gerusalemme sede della religiosità d’Israele, il confronto e la richiesta di informazioni riguardanti il luogo della nascita del nuovo re e una volta saputolo la loro visita e adorazione. Ciò che avviene nella reggia di Erode mette in evidenza il contrasto fra chi vive del proprio potere e sicurezze, rimanendo tenebroso nel proprio animo e chi invece come i Magi mostrano la loro libertà. Ci sono tante ombre che offuscano gli animi degli uomini, diventano rigide ed impenetrabili e anche oggi ci sono coloro che preferiscono vivere in prigioni dorate, ma sempre prigioni. Mentre i Magi sono in movimento, sono liberi, guidati sia dalla luce esterna sia da quella interiore e troveranno il bambino, la cui luce riveste ogni uomo (prima lettura); la rivelazione della gloria di Dio raggiungerà tutti. I magi sono invitati a far ritorno alle proprie dimore portando con se il dono più prezioso che potessero ricevere: la vista della gloria di Dio. Si tratta anche per noi di custodire l’incontro con il Signore che ci accompagna alle nostre dimore dove la luce che abbiamo ricevuto possa raggiungere le persone che sono con noi.
Don Giuliano
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